Nato a Livorno nel 1917, Berti ha fatto il suo esordio artistico all’inizio degli anni Cinquanta anche se già negli anni Trenta aveva frequentato a Milano alcuni corsi all’Accademia di Brera. Già dalla sua prima fase artistica va oltre l’elemento naturale attraverso la semplificazione delle forme fino poi ad allontanarsi del tutto dal figurativo attraverso l’uso del colore acceso. Molte saranno le mostre tenute da Berti presso la Galleria Giraldi e la Galleria Cocchini e costanti le partecipazioni al Premio Modigliani. Egli percepisce chiaro l’influsso astrattista del M.A.C. e successivamente quello surreale ed astratto dei pittori nucleari Enrico Baj e Sergio Dangelo. Negli anni Sessanta approda ad un tipo di pittura caratterizzata da lisci spazi scuri illuminati da superfici ruvide bianche e rosse. Poi nel decennio successivo crea un ciclo di opere denominate “totem”, costituire da veri e propri dolmen rocciosi che si stagliano su piatte superfici monocromatiche.
Per approfondimenti si rimanda al saggio di Mattia Patti dal titolo La pittura è astratta: Jean Mario Berti, in Jean Mario Berti la pittura è astratta, catalogo della mostra, Galleria Giraldi, Livorno 2008.