Pittore italiano di formazione autodidatta, nasce a Tunisi nel 1894. Nel 1915, nella località di Campolecciano, il giovane artista entra in contatto con il pittore Ludovico Tommasi dal quale riceve validi consigli tecnico-stilistici. A partire dagli anni 20′ partecipa ad una serie di mostre che lo renderanno un artista noto a livello nazionale, tra queste si ricordano la mostra del 1923 alla Galleria Vinciana di Milano, dove ottiene un ottima critica da parte di Carlo Carrà e l’esposizione del 1927 alla Galleria l’Esame di Milano dove lo presenta il sopracitato Carrà. Importante è anche l’esposizione parigina del 1930, presso la Galleria Bernheim Jeune. Verso la fine degli anno 30′ la sua pittura si evolve, per assumere toni cromatici più chiari e campiture di colore più larghe. Nel 1961 vince il Premio Nazionale di Pittura della città di Olbia e nel 1966 è presente alla IX Quadriennale di Roma. Dagli anni 60′ si concentra sulle nature morte che riprendono la produzione morandiana di tema analogo. La sua pittura pur rientrando nella tradizione macchiaiola è in realtà un escalation verso una tecnica sempre più personale, istintiva, spontanea e limpida, con un uso innovativo del colore. March riprende anche il divisionismo di Nomellini, mitigandolo però con l’attenzione che rivolge agli impressionisti francesi e con l’indiscussa fedeltà alla macchia.