Nato a Milano nel 1907 trascorre l’infanzia a Livorno dove la famiglia si è trasferita fondando, con altro maestri vetrai, la Vetreria Livornese. Diplomato all’Istituto Industriale si dedica alla pittura come autodidatta. Si interessa al cinema e rimane particolarmente colpito dalle immagini, reperite in periodici e riviste, della Prima Guerra Mondiale. Nel 1929 conosce a Milano Filippo Tommaso Marinetti, Fortunato Depero, Enrico Prampolini e gli altri artisti futuristi che gravitano intorno alla celebre Galleria Pesaro. Nel gennaio del 1933 aderisce ai Gruppi futuristi di iniziative, costituiti a Firenze da Antonio Marasco, partecipa al congresso futurista, organizzato a Milano alla Galleria Pesaro, dove nel mese di giugno ha luogo la mostra Omaggio futurista a Umberto Boccioni. Qui espone due opere Cantiere e Aeroplano colpito. Nel dicembre dello stesso anno prende parte alla Mostra nazionale d’arte futurista, organizzata al Circolo Filologico di Livorno a cura di Bottega d’arte. L’anno dopo diventa corrispondente da Livorno della rivista diretta da Filia La Città Nuova ed espone alla XIX Biennale Internazionale d’Arte di Venezia l’opera dal titolo Aeropittura [Aeroarmonie]. Numerosissime le partecipazioni, in seguito, a mostre collettive nazionali e internazionali. Nel 1940 viene richiamato alle armi e dopo un primo periodo a Livorno verrà trasferito prima a Volterra e poi in Libia, Tunisia per essere infine catturato e trasferito in un campo di prigionia in America del Nord. Dopo la guerra rientra a Livorno dove rimarrà fino alla morte avvenuta nel 2005. Da citare le numerose personali tenute alla Galleria Giraldi, con la quale collabora a partire dal 1952. Infine negli anni Settanta prende parte al Cenacolo della Valle Benedetta, con Piero Monteverde e Giovanni March, ed entra a far parte del Gruppo Labronico, partecipando anche ad alcune mostre del gruppo. Nel 1998 viene organizzata una grande mostra al Museo Civico G.Fattori di Livorno, a cura di Enrico Crispolti, in collaborazione con la Fondazione Primo Conti, dove si analizza l’intero percorso dell’artista ormai ottantenne (catalogo De Batte). Nel 2001 l’opera di Peruzzi viene inserita nella grande mostra del Palazzo delle Esposizioni a Roma, dal titolo Futurismo 1909-1944, ricevendo la definitiva consacrazione.
Riferimenti bibliografici: E.Crispolti, Osvaldo Peruzzi attraverso e dopo il futurismo, catalogo della mostra, DeBatte Livorno 1998.