A Firenze, dove nacque nel 1835, iniziò la sua formazione artistica per volere del padre Giovanni, ma ben presto preferì la pittura dal vero alle inflessibili convinzioni dell’Accademia di Belle Arti. Nel 1855 cominciò a frequentare il Caffè Michelangiolo e a sentire gli influssi della macchia, mentre nel 1859 si unì alla causa garibaldina. Viaggiò molto, dipinse nella zona di La Spezia e si trattenne spesso con i pittori livornesi. Dopo il viaggio a Parigi con l’amico Vincenzo Cabianca e con Cristino Banti – momento in cui poté apprezzare i barbisonniers, il paesaggista Corot e il realista Courbet – la villa di Diego Martelli a Castiglioncello fu luogo di amicizia e di scambio con Giovanni Fattori ed altri macchiaioli, mentre fu nella Villa Battelli di Piagentina che Singorini, Lega e Borrani fondarono la cosiddetta “Scuola Piagentina”. A Parigi ritornò negli anni di dominio dell’impressionismo, di cui ricevette un indubbio influsso, mentre viaggiò a lungo in Italia e all’estero partecipando a esposizioni, giurie, commissioni. Tra i suoi paesaggi più memorabili restano quelli di Settignano, Riomaggiore. Instancabile artista, illustrò persino libri. Muore a Firenze nel 1901.
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